Prima il Dolomieu, poi l’Orobianco e ora l’imminente ritorno in Italia: Enrico Croatti, socio Euro-Toques e stella Michelin oggi in Spagna, è pronto per un nuovo progetto, da maggio a Milano. Nonostante la ancora giovane età (classe 1982), Enrico Croatti può voltarsi e trovare un percorso di tutto rispetto: tante esperienze sia in Italia che all’estero – tra tutte quella a Los Angeles a fianco del maestro Gino Angelini -, poi l’apertura del Dolomieu a Madonna di Campiglio (Tn) e la conquista della prima stella Michelin nel 2013.
Tanti momenti da ricordare in Trentino per lo chef romagnolo: il premio “Rimini-Europa”, le cene a più mani con altri soci Euro-Toques. Fino al 2018, quando decide di lasciare il Dolomieu per prendere in mano l’altro suo progetto, allora già avviato, ad Alicante, in Spagna. Qui l’Orobianco è un ristorante di tradizione e cultura italiane, in tavola i piatti arrivano nati da un pensiero, una ricerca e un tempo di sperimentazione. C’è identità personale, stile unico e tradizione gastronomica italiana, tutto mixato in una ricetta tanto funzionante da portare croatti ad essere insignito di una nuova brillante stella dalla Michelin 2019.
Si tratta della prima stella italiana in Spagna. «Poter essere il primo chef italiano a rappresentare un ristorante italiano al 100%, a rappresentare l’Italia in tutte le sue sfaccettature – ci ha raccontato Croatti riferendosi al suo “primato” – non ha prezzo, non ha paragone. È stato un lavoro di 3 anni, arrivare ad ottenere poi la stella, nel 2018, mi ha onorato, davvero».
Tuttavia – lo diceva già quando si apprestava a lasciare il Dolomieu prima di recarsi in Spagna – tra i suoi obiettivi spiccava e spicca tuttora l’apertura di un ristorante a Milano. Ebbene, finalmente pare che l’obiettivo si stia concretizzando. Forte della stella spagnola, degli anni di cucina alle spalle, dei riconoscimenti ottenuti recentemente e convinto che «Milano ha bisogno di Croatti, al 100%», lo chef romagnolo a maggio sarà nel capoluogo meneghino, a tutti gli effetti.
«Lascio Orobianco al mio secondo storico, dopo tanti anni di lavoro fatto insieme sarà lui a portare avanti il ristorante». Enrico si lascia scappare anche qualche dettaglio sulla prossima apertura: «Il filo conduttore del locale sarà incentrato sui fumetti». Non per altro il nome dell’imminente nuova apertura sarà Moebius, lo stesso Moebius pseudonimo che il fumettista francese Jean Giraud utilizzava soprattutto per strisce di fumetti di humour nero.
«Poi per tutto il resto sono solo parole, bisogna aspettare l’apertura e venirlo a vivere». L’attesa durerà fino a maggio, quando Croatti aprirà le porte del suo Moebius. Riuscirà anche questa volta a stupire e a triplicare la stella che ormai sembra accompagnarlo in tutte le sue avventure gastronomiche?
Moebius
Uno dei due pseudonimi – insieme a Gir – del fumettista francese Jean Giraud, venuto a mancare a marzo 2012. È stato per lungo tempo considerato uno dei maggiori talenti europei, il suo stile ha influenzato una generazione di artisti del fantastico e della fantascienza. Nelle sue opere più celebri il suo tratto è molto nitido e attento ai particolari, estremamente realistico nella rappresentazione. Realizzà illustrazioni per libri e riviste prima di pubblicare storie, tra cui le più note “Il garage ermetico” e “Arzach”. Queste storie sono caratterizzate da ambientazioni fantastiche ed estremamente varie, con trame spesso poco comprensibili e non lineari.