Èsalito a 120 miliardi di euro il valore del falso Made in Italy agroalimentare nel mondo con gli Stati Uniti che si classificano come il Paese dove le produzioni tricolore taroccate registrano i più elevati fatturati. L’allarme lo ha lanciato la Coldiretti insieme a Filiera Italia in occasione del più importante evento fieristico mondiale dedicato alle specialità alimentari, il Summer Fancy Food 2023 a New York presso il Javits Center, dove è stata inaugurata la prima esposizione del Made in Italy tarocco a tavola con le più grottesche imitazioni delle specialità nazionali scovate negli Usa che tolgono spazio e valore sui mercati ai veri prodotti tricolori. A pochi chilometri di distanza, poi, al Gotham Hall di Broadway, si era tenuta, come anticipato, la cena organizzata da Ice Agenzia e firmata da chef del calibro di Enrico Derflingher (presidente di Eurotoques), Alessandro Borghese, Gianni Tarabini e Andrea Zanin per rendere omaggio alla candidatura della cucina italiana come patrimonio Unesco. Una serata che ha riscosso un grandissimo successo per l’ampia partecipazione di buyer e imprese italiane. A supporto della serata anche prodotti forniti dai partner di Eurotoques, Urbani tartufi, Longino & Cardenal, Gorgonzola Bassi, Calvisius, Aceto Giusti, Parmigiano Reggiano, e vini Cocchi-Bava. Il tutto in un momento in cui l’export agroalimentare italiano cresce del 11% su base annua.
Candidatura Unesco, Lollobrigida: «Ribadiamo la volontà di certificare il nostro patrimonio»
Ospite dell’evento organizzato da Ice Agenzia, Francesco Lollobrigida, ministro dell’Agricoltura, delle foreste e della sovranità alimentare, ha ribadito «l’impegno e la volontà di certificare il nostro patrimonio fatto di produzione, trasformazione, che rendono la cucina italiana un tesoro. Auspico che questo porterà la cucina italiana al pari di quella giapponese, francese e messicana che già hanno questo riconoscimento, quello di un patrimonio che merita di essere difeso, tutelato e valorizzato. Restiamo una superpotenza della qualità riconosciuta e percepita in tutto il pianeta e nel mondo c’è tanta, tanta fame di Italia e noi dobbiamo essere all’altezza. Oggi – ha concluso – bisogna avere la consapevolezza di affrontare le grandi sfide del pianeta con indirizzi diversi da quelli avuti finora. Sicurezza alimentare? Bisogna dare risposte garantendo cibo, ma buon cibo».
Falso made in Italy, Usa leader nelle imitazioni della nostra cucina
In merito ai fake food, come dicevamo, gli Stati Uniti sono il Paese che detiene saldamente la leadership produttiva del falso Made in Italy con il fenomeno delle imitazioni di cibo tricolore che è arrivato a rappresentare oltre 40 miliardi di euro. In pratica solo un prodotto agroalimentare che richiama l’Italia su sette venduti negli States arriva realmente dal Belpaese con le esportazioni che sono state pari a 6,6 miliardi nel 2022. Basti pensare che il 90% dei formaggi di tipo italiano in Usa sono in realtà realizzati in Wisconsin, California e New York, dal Parmesan al Romano senza latte di pecora, dall’Asiago al Gorgonzola, dalla mozzarella fino al Provolone. La produzione di imitazioni dei formaggi italiani nel 2022 ha raggiunto negli Usa il quantitativo record di oltre 2,7 miliardi di chili, con una crescita esponenziale negli ultimi 30 anni, tanto da aver superato addirittura la stessa produzione di formaggi americani come Cheddar, Colby, Monterrey e Jack che è risultata nello stesso anno pari a 2,5 milioni di chili.
Il problema riguarda però tutte le categorie merceologiche come l’olio Pompeian made in Usa, i salumi più prestigiosi, dalle imitazioni del Parma e del San Daniele alla mortadella Bologna o al salame Milano venduto in tutti gli Stati Uniti dove è possibile acquistare anche il Pompeian Olive Oil che non ha alcun legame con l’antica città campana. Ma ci sono anche le imitazioni di Provolone, Gorgonzola, Pecorino Romano, Asiago o Fontina.
Tra i salumi sono clonati i più prestigiosi, dal Parma al San Daniele, ma anche le conserve come il pomodoro San Marzano. Ma l’industria del falso Made in Italy a tavola è diventato un problema planetario con il risultato che per colpa del cosiddetto “italian sounding” nel mondo oltre due prodotti agroalimentari tricolori su tre sono falsi senza alcun legame produttivo ed occupazionale con il nostro Paese. In testa alla classifica dei prodotti più taroccati secondo Coldiretti e Filiera Italia ci sono i formaggi partire dal Parmigiano Reggiano e dal Grana Padano con la produzione delle copie che ha superato quella degli originali. Un fenomeno diffuso soprattutto nel Sudamerica dove peraltro rischia di essere ulteriormente spinto dall’accordo di libero scambio Mercosur che obbliga di fatto Parmigiano e Grana a convivere per sempre con le “brutte copie” sui mercati locali, dal Parmesan al Parmesano, dal Parmesao al Reggianito fino al Grana.
Italian sounding, l’appello di Prandini (Coldiretti) e Scordamaglia (Filiera Italia)
«Il contributo della produzione agroalimentare Made in Italy a denominazione di origine alle esportazioni e alla crescita del Paese potrebbe essere nettamente superiore con un chiaro stop alla contraffazione alimentare internazionale» ha affermato il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, nel sottolineare che «ponendo un freno al dilagare dell’agropirateria a tavola si potrebbero creare ben 300mila posti di lavoro in Italia». «In tutto il mondo cresciamo grazie alla distintività dei nostri prodotti che sono frutto di territori ma anche di una cultura antica inimitabile. Falsificarli, snaturarne le ricette, cambiarne gli ingredienti vuol dire distruggere ciò che rende unico al mondo il nostro stile di vita di cui la cultura alimentare è parte essenziale» aggiunge Luigi Scordamaglia, amministratore delegato di Filiera Italia.
E il Fancy Food è anche l’occasione, come detto, per fare il punto sull’export agroalimentare. Con una crescita del 11% è infatti record storico per le esportazioni agroalimentari Made in Italy nel 2023 che crescono quasi il doppio dell’export complessivo tricolore. È quanto emerge dall’analisi di Coldiretti e Filiera Italia sui dati Istat sul commercio estero relativi al primo quadrimestre del 2023, diffusa in occasione del Summer Fancy Food 2023, il più importante evento fieristico mondiale dedicato alle specialità alimentari a New York.
Export agroalimentare: crescono fortemente le vendite in Francia, Germania e Regno Unito
Tra i principali Paesi, ad essere cresciute di più nel 2023 sono le esportazioni alimentari in Francia, con un balzo del 19% davanti alla Germania (+12%), alla Gran Bretagna (+12%) e agli Stati Uniti (+3%). A livello complessivo la Germania resta comunque nel primo quadrimestre il principale mercato di sbocco dell’alimentare italiano, con un valore di 2,6 miliardi davanti agli Stati Uniti con 2,1 miliardi che superano di misura la Francia, che si piazza al terzo posto con 2 miliardi.
Risultati positivi anche nel Regno Unito, con 1,3 miliardi che evidenzia come l’export tricolore si sia rivelato più forte della Brexit, dopo le difficoltà iniziali legate all’uscita dalla Ue. Dato negativo in Cina con un calo del 2%, mentre cresce in Russia con un +13% nonostante la guerra e le sanzioni.