Milano, Canzian riapre col dehors
Tavoli più distanti ma con stile

Daniel Canzian riapre il 1 giugno con il suo ristorante di via San Marco riorganizzato. Il locale, pur godendo di ampia metratura e avendo i tavoli ben distanziati, è stato adattato alle nuove esigenze anche utilizzando delle teche di arredo che si sono rivelate eleganti divisori. Da 16 tavoli Canzian ha comunque deciso di arrivare a 9, portando i coperti da 50 a 24; 12 le sedute all’esterno.

In cucina e sala prassi da linee guida e colonnine igienizzanti disposte in punti strategici. Al via, quindi, a inizio giugno, anche se già da qualche giorno il cuoco di Conegliano ha avviato il servizio a domicilio “Daniel Canzian a casa tua”; delivery e take away con tre menu degustazione che prevedono, per ognuna delle tre opzioni, una portata principale molto particolare. Ricette della tradizione già pronte da consumare. Grazie a un involucro specifico che le avvolge, mantengono infatti la temperatura e a destinazione non c’è bisogno di portare a termine la cottura.

Nello specifico, i piatti forti sono Branzino al sale ripieno di erbe fini da accompagnare a zucchine e patate alla mentuccia con salsa mediterranea fresca, Piccione intero alla creta con insalata di fagiolini e nocciole e faraona “in tecia” accompagnata da patate e cipolle dolci al forno e ragù classico alla veneta. Tre carte complete da quattro portate, più pan marchigiano, focaccia ligure e pane sfogliato a 60 euro l’una.

Associato a Euro-Toques, già membro del board europeo di Jeunes Restauraterus d’Europe, dallo scorso gennaio ha assunto la carica di vicepresidente della sezione italiana. Semplicità stagionalità e italianità gli assi portanti della sua cucina. Due i menu degustazione, “Verso la purezza”, che esalta l’ingrediente principe di ogni ricetta, come l’Uovo di selva alla Pavese o il Goulash di polpo, e “Moma Menu opere movimenti artistici”: Divisionismo in cucina…un risotto Expo-nenziale, Seppia alla veneta dedicata a Lucio Fontana, Sfera di cioccolato omaggio ad Arnaldo Pomodoro.

Costoletta alla milanese – Foto Andrea Fongo

«La valorizzazione della regionalizzazione italiana è la nuova frontiera della cucina – sostiene Canzian – Non esistono infatti altri luoghi al mondo che possano vantare la nostra biodiversità in termini di ricettazione: ogni regione, città e perfino piccolo paese ha i suoi ingredienti e preparazioni tipiche. Siamo studiati da tutti e per questo dobbiamo prendere coscienza dell’enorme potenziale del nostro territorio e della storia culinaria. Oggi ci troviamo contaminati da una serie di culture diverse e lontane dalle nostre che ci stimolano a conoscere tecniche e sapori nuovi, ma non possiamo dimenticarci il grande valore di un piatto siciliano, toscano, abruzzese o milanese. La regionalizzazione tra pochi anni rappresenterà per noi la normalità».

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