Quando la Regina Elisabetta mangiava italiano: i ricordi di chef Derflingher

Cuoco a Kensington Palace dal 1987 al 1990, il presidente di Euro-Toques International e Italia svela le abitudini alimentari di Elisabetta II d’Inghilterra in occasione del Platinum Jubilee

di Gabriele Ancona

Con la scomparsa del padre Giorgio VI a Sandringham House il 6 febbraio 1952, la figlia Elisabetta ascende al trono del Regno Unito, dell’Irlanda del Nord e di tutti i reami del Commonwealth all’età di 25 anni. Viene incoronata nell’Abbazia di Westminster il 2 giugno dell’anno seguente. Una regina longeva che regna da 70 anni polverizzando ogni record. Il Platinum Jubilee lo conferma. Una sovrana forte, risoluta e tenace che ha incontrato decine tra Capi di Stato, Primi ministri, sovrani e Pontefici. Una donna dalla salute di ferro che il 21 aprile compirà 96 anni. Salute, longevità e alimentazione vanno a braccetto. Le sue abitudini a tavola è probabile siano uno degli assi portanti di questo garbato vigore.

Il concorso dell’Ambasciata

Enrico Derflingher, presidente di Euro-Toques International e Italia, ci può aiutare a far luce sulle abitudini alimentari della Regina essendo stato Cuoco di Corte a Kensington Palace dal 1987 al 1990. «Avevo 26 anni – ricorda – Sono arrivato a Londra vincendo un concorso indetto dall’Ambasciata italiana a cui si presentarono 10 mila persone. Pensavo fosse per un posto di lavoro lì e invece mi sono ritrovato alle dipendenze della Royal Family». Per la prima volta un italiano entrava da protagonista nelle cucine di Buckingham Palace. Prima solo cuochi inglesi e francesi, dopo Derflingher solo inglesi. «In cucina una brigata di 25 professionisti, che si rimpolpava in occasione dei pranzi ufficiali – spiega – ma ho frequentato tutte le residenze, da Windsor a Sandringham, a Balmoral, dove arrivavo per primo per organizzare il lavoro e mettere a punto ogni dettaglio». E i dettagli a Palazzo sono sfumature di peso, che rappresentano l’ossatura della quotidianità, non solo in cucina.

Enrico Derflingher

Etichetta e protocollo

«In effetti – sottolinea Derflingher – la realtà è complessa e c’è un rigido protocollo da apprendere e assorbire. Le regole di base mi sono state spiegate dal nostro Ambasciatore, ma in seguito è intervenuta la Segreteria Privata, un ufficio dedicato. Sua Maestà è precisa, ligia al dovere, dotata di sottile humor. Le si deve solo rispondere se interpellati: è lei che parla. E mai voltarle le spalle». Elisabetta II è la prima monarca della storia britannica a reggere un trono per 70 anni, nella classifica globale la quarta in assoluto dopo Luigi XIV di Borbone (72 anni e 110 giorni, fine del regno 1715), Rama IX di Thailandia (70 anni e 126 giorni al 2016) e Giovanni II del Liechtenstein (70 anni e 91 giorni; termine 1929). Ci sono margini per avanzare in graduatoria.

Dieta sana, bilanciata, regolata

L’alimentazione, a conti fatti, risulta quindi un pilastro fondamentale della longevità. «Alla base – annota Enrico Derflingher – tutti prodotti a km zero provenienti dalle proprietà e dagli allevamenti della Casa Reale: latte, burro, panna, agnelli, carne vaccina, pescato, compresi i salmoni, che poi era mia cura affumicare. Una dieta sana, bilanciata e regolata. È una persona molto abitudinaria. Fa colazione con il pane integrale, i fiocchi d’avena e un mezzo pompelmo, ama molto le zuppe e il porridge, beve il tè alle cinque accompagnato da sandwich con salmone, cetriolo, panna acida; anche qualche biscottino integrale, ma in genere è più orientata sul salato. Verso le sette tutte le sere si concede un aperitivo, di solito con un gin tonic o con una bollicina. Alle otto in punto a tavola. Un whisky dopo cena è di rito. Da sottolineare che gli spirits sono produzioni limitate per la Casa Reale».

Stop ad aglio e cipolle

Come ha ricordato Enrico Derflingher, la Regina Elisabetta è persona che non deroga alle abitudini. La sua dieta anche oggi è invariata, coma ha ricordato Darren McGrady – «un amico, abbiamo lavorato insieme» – chef a Buckingham Palace per anni. Pranza alle 13,00 con pesce, come per esempio una sogliola grigliata su un letto di spinaci o con zucchine o un pollo alla griglia con insalata. Alla sera la carne delle fattorie. La preferita è una bistecca gaelica, servita con salsa di funghi, panna e whisky. Banditi aglio e cipolla. Un piatto che ha fatto storia è stato un risotto che Derflingher ha realizzato per un cena ufficiale, a fine 1989, presenti Michail Gorbaciov, Ronald Reagan, Capi di Stato e sovrani europei. Per la Regina è stato il migliore che avesse mai mangiato in vita sua.

La pentola e il Risotto

«Rompendo il protocollo mi chiamò in sala chiedendo cosa avrei voluto di regalo – ricorda – Chiesi la pentola con cui lo avevo cucinato. Era della Regina Vitttoria. Con questa ricetta, il Risotto Regina Vittoria, ho vinto il titolo di Miglior Cuoco d’Italia, d’Europa e del Mondo. L’ho cucinato alle Olimpiadi di Pechino e di Londra, ai Mondiali di Calcio in Sudafrica e in occasione del matrimonio del Principe William, il nipote della Regina. La ricetta? Riso Carnaroli Campo dell’Oste con bollicina italiana, timo, maggiorana, burro di malga, Parmigiano Reggiano 24 mesi e gamberi rossi di Mazara del Vallo». Dopo l’esperienza londinese, dal 1990 al 1992, Enrico Derflingher è stato chiamato alla Casa Bianca da George H. W. Bush. Il risotto deve aver conquistato anche lui: era il vicepresidente degli Stati Uniti quando ha accompagnato Reagan a Londra.

Nuovi scenari?

Ultima nota. «Quando sono stato chiamato a Corte – annota Derflingher – girava una battuta. Era stato scelto un cuoco giovane in modo che potesse tornare quando il Principe Charles sarebbe diventato Re». Il recente endorsement di Elisabetta II a favore di Camilla come “Regina Consorte” sta prefigurando nuovi scenari per Enrico Derflingher.
Nel frattempo, God Save the Queen.

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